Bambini e tecnologia, il giusto compromesso
Una ricerca britannica ha portato alla luce i danni dell’eccessivo utilizzo di smartphone, tv e tablet.
I bambini, oggigiorno, sono spesso più bravi degli adulti ad utilizzare i dispositivi elettronici come smartphone, tablet e tv, diventando del tutto autonomi nella scelta dei contenuti e nel modo in cui raggiungerli, ed è sempre più difficili tenerli lontani da schermi e videogiochi.
Il dott. Aric Sigman, associato della British Psychological Society e del Royal Society of Medicine, sul suo Managing Screen Time and Screen Dependency ha recentemente pubblicato una ricerca che dimostra come l’utilizzo eccessivo di smarphone e tablet rappresenti un problema per la crescita cognitiva dei più piccoli.
Secondo il medico, infatti, ogni bambino trascorre in media dalle 2 alle 6 ore davanti ad uno schermo, e di conseguenza le abilità di focalizzarsi, concentrarsi e prestare attenzione potrebbero essere danneggiate, perché non rappresentano i specifici stimoli dal mondo esterno di cui i bambini necessitano affinché le reti neurali del cervello si sviluppino coerentemente durante periodi critici della crescita.
Quando un ragazzino sta per troppo tempo davanti ad uno schermo senza ricevere input differenti da ciò che lo circonda, può riscontrare rallentamenti nel suo sviluppo, e se il danno si verifica in anni cruciali della maturazione, le conseguenze potrebbero essere più gravi.
Un’esposizione eccessiva provocherebbe, sempre secondo la ricerca del dottor Sigman, dei cambiamenti nel cervello molto simili a quelli che si riscontrano in alcolisti e consumatori abituali di cocaina.
Questo non significa naturalmente che i prodotti tecnologici rappresentino il male assoluto della società, ma c’è la necessità che padri e madri dosino il tempo che ogni figlio può dedicare al passatempo digitale, con una variazione determinante di età in età.
I dispositivi mobili, ormai, danno accesso ad una quantità illimitata di contenuti adatti a rispondere ai desideri di chiunque, anche dei bambini, grazie alle App di giochi e a YouTube, dove si possono guardare cartoni animati e video.
Purtroppo questo genere di intrattenimento spesso si rivela anche comodo: perché pagare una babysitter o portare i bambini al parco quando possono rimanere buoni e tranquilli sul divano con tablet o smartphone? La risposta è semplice, è sicuramente molto più salutare e stimolante un pomeriggio di giochi all’aperto o di attività a casa.
Un altro aspetto importante è la capacità di interazione con il mondo e con le altre persone, un’abilità che non potrà mai essere sviluppata davanti a uno schermo, ma che necessita la presenza di altre persone sia adulti che bambini.
A Ferrara, in Emilia Romagna, un consigliere comunale e il vicepresidente della Commissione Politiche Sociali, dopo aver letto la ricerca del dottor Sigman, hanno presentato un’interrogazione alla giunta regionale sul tema della videodipendenza di bambini e adolescenti.
La richiesta dei politici romagnoli è quella di creare programmi di prevenzione ed educazione a corretti stili di vita per bambini e adolescenti, coinvolgendo in primis i genitori ma anche le scuole, vero e proprio luogo di formazione per i più piccoli.
Nel nostro paese, infatti, la Società italiana di pediatria ha rilevato che i bambini tra i quattro e gli otto anni che guardano più di un’ora e mezza di televisione al giorno, hanno il 75% di probabilità in più di diventare grassi rispetto ai coetanei che si limitano ad un’ora soltanto, e se lo schermo è in camera da letto, nel 60% dei casi i bambini diventeranno adolescenti costretti a stare a dieta.
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